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Diffamazione: sparisce la pena della reclusione e si fa strada la sanzione dell’ammenda e della rettifica

Il tema caldo della diffamazione a mezzo stampa, oggetto di recenti fatti di cronaca, sta affrontando una nuova tappa, segnata, da un lato, dalla proposta di legge all’esame del Senato, dall’altro, la recente pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo, che si è espressa sulla nota condanna al Diretto di “Libero”, Belpietro.

Il tema caldo della diffamazione a mezzo stampa, oggetto di recenti fatti di cronaca, sta affrontando una nuova tappa, segnata, da un lato, dalla proposta di legge all’esame del Senato, dall’altro, la recente pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo, che si è espressa sulla nota condanna al Diretto di “Libero”, Belpietro.
Ora, quanto al primo profilo, la nuova proposta di legge abroga la previsione sanzionatoria del carcere, per optare per la pena pecuniaria, affiancata dalla rettifica e pubblicazione della sentenza di condanna.
Tale orientamento si presenta coerente con quanto evidenziato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che, infatti, ritiene che la prigione per un reato commesso con il mezzo della stampa è quasi sempre incompatibile con la libertà di espressione dei giornalisti, garantita dall’art. 10 C.